Gaetano Chiavetta

Portrait of Gaetano Chiavetta

I gioielli di Gaetano Chiavetta suscitano un improvviso stupore. Forse per l’immediata intensità delle sue creazioni, che trasmettono una forte passione e raccontano la storia della Sicilia, terra dove Chiavetta è nato e cresciuto. Lo stesso stupore pervade nell’ascoltare le parole dell’artista, mentre racconta la sua storia di eccellenza.

Fin da giovanissimo, Gaetano ha sempre amato creare. “Sono sempre stato molto curioso. Da bambino amavo divertirmi con giocattoli che realizzavo da solo. Non facevo altro che costruire soldatini di stagno.” E fin da bambino ha sempre amato quella libertà ed indipendenza che diventeranno la chiave del suo successo. “La mia è stata un’infanzia libera e felice. Nelle sconfinate campagne di Palermo correvo libero tra i boschi, lasciandomi affascinare da ogni dettaglio della natura, una compagna di cui ho avuto grande rispetto e dalla quale ho tratto molte ispirazioni.”

All’età di dodici anni, Gaetano vinse un concorso nella classe di applicazione tecnica, e ricevette in premio un libro dedicato alla collezione di gioielli etruschi di Velletri. A partire da quel momento, il gioiello divenne per Chiavetta un’irresistibile ossessione. “Quel libro era la mia Bibbia”. In particolare, rimase folgorato dall’antica tecnica etrusca della granulazione.

 

Anello Memento Mori

“Dentro di me sapevo di non volere seguire una strada certa e prescritta dalla società – racconta – ed ero soprattutto consapevole di non voler dipendere da nessuno.” Non avrebbe potuto accettare di sottostare a regole ed imposizioni che avrebbero potuto ostacolare la sua creatività. Così, dopo essersi iscritto alla facoltà di economia e commercio, Gaetano decise di cambiare la sua vita. “Conobbi in quel periodo l’arte di Alexander Calder, ed iniziai ad interessarmi sempre di più al mondo del gioiello.”

Insieme ad alcuni amici Chiavetta aprì tre laboratori a Palermo, spinto da quella passione per il gioiello che non avrebbe mai più abbandonato. “Non potevamo fare concorrenza alla gioielleria palermitana e così iniziammo a creare gioielli artigianali con tecniche antichissime, come la martellatura. In quegli anni mi specializzai nella filigrana, ma anche nella fusione a cera persa, nella granulazione, nelle tecniche di sbalzo a cesello.” Decise di concentrarsi sui gioielli siciliani del ‘700, incontrando presto il favore dell’alta borghesia palermitana. “Posso dire di avere imparato dagli argentieri palermitani le antiche tecniche orafe, il restauro dei metalli, la saldatura dello stagno, la microfusione.”

Pendente Memento Mori

E poi, da Palermo, Gaetano Chiavetta ha conquistato Londra. “Sentivo il bisogno di espandere i miei orizzonti. Così, nel 2009 decisi di trasferirmi, su consiglio di Porzio Peralta, noto gioielliere palermitano.” Iniziò dapprima la sua esperienza presso la prestigiosa Bentley & Skinner, ed entrò subito dopo in uno dei più grandi laboratori di restauro e riparazione di gioielli di Londra, Antique Jewel & Gem Company. Spinto dal desiderio di autonomia e da una buona dose di audacia e determinazione, che da sempre lo contraddistinguono, decise di aprire il suo laboratorio. E fu proprio Bentley & Skinner a ricercarlo per proporgli di esporre alcune delle sue creazioni ad una loro mostra. “Da Londra, hai conquistato il mondo…” Sorride. “Mi piace paragonarmi alla figura di un DJ: quando inizia la musica, amo guardare i miei clienti ballare”. Oggi, il suo laboratorio nel cuore di Londra vanta una clientela internazionale di altissimo livello artistico. Grazie anche al canale Instagram, su cui riceve tantissime richieste da ogni parte del mondo, Chiavetta ha abbattuto ogni barriera.

E non sorprende che la sua fama sia presto diventata internazionale. Da sempre, infatti, ha perseguito l’eccellenza, attraverso un mix vincente di qualità, tradizione ed innovazione. “Per assicurare qualità assoluta ai miei clienti, utilizzo l’oro puro e seguo una mia ricetta segreta per la lega. Onoro la tradizione utilizzando antichissime tecniche di lavorazione, alcune delle quali hanno migliaia di anni: la granulazione, la filigrana, lo smalto. Infine, sono sempre alla ricerca dell’innovazione, e scelgo i migliori strumenti all’avanguardia per la realizzazione di gioielli, come la mia saldatrice laser prodotta da una rinomata azienda italiana.” In aggiunta, vi è un elemento di poesia nella sua visione dell’eccellenza: il design. Ripensando al design dei suoi Memento Mori, la mente di Gaetano torna immediatamente a quando era bambino e visitava le Catacombe dei Cappuccini a Palermo.

Anello Memento Mori

Il Memento Mori è un soggetto ricorrente nelle creazioni di Chiavetta. “Gli sono particolarmente legato, poiché lo considero un amuleto che mi ha portato fortuna in un momento difficile. Allo stesso modo ha portato fortuna a molti clienti che, a seguito del primo acquisto, ne hanno ordinati tantissimi.” Tuttavia, egli lo ripropone in versione del tutto dissacrante, facendo indossare ai teschi corone ed orecchini, e dando loro vita tramite meravigliosi occhi di diamanti. “In fondo ci ricordano che la vita è una ed è adesso, quindi dobbiamo goderne appieno!”. Ed ecco quel lato eccentrico ed irriverente della sua arte.

Anello Memento Mori

L’approccio di Chiavetta alla creazione è sempre stato autodidattico. Le persone incontrate lungo il suo cammino, e le tante ore passate al tavolo da lavoro, gli hanno impartito uno dei più grandi insegnamenti: mai pensare che qualcosa non si possa realizzare. “Occorre semplicemente trovare un modo intelligente per restaurare o creare un pezzo.” Tutto dipende dalla forma mentis: “Bisogna accettare una sfida e giocare. Questo è il pensiero con cui ho sempre affrontato il processo creativo”. E così, nel laboratorio in cui nulla è impossibile, più la sfida è complessa, più arde la passione. Qui Gaetano realizza tutto manualmente: ogni creazione diventa così un pezzo unico, destinato a restare nel tempo. “Ogni gioiello ha un valore emozionale immenso, in quanto custodisce una parte di me. Deve raccontare una storia ed essere tramandato di generazione in generazione.”

E pensando al futuro, immagina la libertà che da sempre è la sua forza. “Mi piace vivere alla giornata, continuando a seguire le mie idee, senza sottostare alle regole altrui. Continuerò a spingermi sempre oltre nella creazione di nuovi gioielli. Li racconterò al mondo a partire da Londra, e chissà, magari un giorno a New York. In fondo, fin dall’inizio ho sempre seguito la mia passione, e continuerò a farlo.