Gianni De Liguoro

Il Grand Tour Virtuale

Introduzione e incontro con Gianni De Liguoro

Durante i mesi più difficili del Covid-19, un lungo lockdown ci ha fisicamente divisi. Il Grand Tour che fino a quel momento mi aveva portata nelle città italiane ad incontrare e conoscere personalmente le storie delle migliori eccellenze del nostro Made In Italy nel settore del gioiello, con l’avvento della quarantena mi ha portata ad una lunga riflessione. Non avevo nessuna intenzione di fermare questo viaggio perché avrebbe significato sminuire l’importanza che ha per me l’arte: libertà. Proprio in quei primi giorni mi è venuta in mente una frase di Marco Aurelio “il saggio stoico è libero in una prigione o in un castello, da schiavo o da re.” Da quel momento mi sono resa conto ancor più fortemente che non avevo più nessun tipo di impedimento, ho ricercato una libertà interiore che mi ha portata a continuare a viaggiare rendendo il Grand Tour virtuale. Attraverso dirette Instagram ho incontrato le migliori eccellenze. A partire dalla fase 1 dell’emergenza ho incontrato diverse eccellenze e sono stati incontri di grande ispirazione.

Con questo viaggio virtuale ho voluto dare un messaggio di positività alle eccellenze italiane: la digitalizzazione che oggi è diventata fondamentale nelle nostre vite, ci ha permesso di continuare a progettare, incontrarci, vederci e confrontarci nonostante una separazione fisica forzata.

Di seguito condivido il taccuino del mio viaggio digitale.

GIANNI DE LIGUORO – LODI

“Finalmente ti rivedo!” Così inizia la videocall con Gianni De Liguoro, fondatore della De Liguoro, storica azienda del nostro Made in Italy che negli anni si è distinta nella creazione di iconici bijoux fantasia.

Gianni De Liguoro nasce nel 1938 a Milano e nel 1963 fonda l’azienda. Gianni è un maestro. È una persona garbata ma allo stesso tempo determinata. È una persona libera, estrosa e tenace e ricorda di esserlo sempre stato fin da bambino. “A 15 anni i miei genitori, che avevano una sartoria a Milano mi dissero che avrei dovuto imparare il mestiere e così entrai all’interno di un atelier milanese che produceva abiti in Via Torino. All’interno di questo laboratorio artigianale ho imparato l’arte della creazione, ma ero irrequieto, c’era qualcosa che non mi realizzava completamente.” La risposta a ciò che non realizzava pienamente Gianni è arrivata con il tempo, quando ha deciso di seguire il suo istinto e, la sua creatività, lo ha portato a fondare un’azienda che è diventata parte della storia del nostro settore. “A 19 anni – continua De Liguoro – sono entrato come aiuto tagliatore in un’importante casa di moda. Avevo le mie idee e non sempre venivo ascoltato, così ho deciso di spingermi oltre e entrare da Caraceni in Piazza San Babila. Intanto la sera frequentavo un corso di taglio per abiti da uomo e da donna all’Accademia di Belle Arti di Brera. Dopo i diplomi, avevo ottenuto già molta stima e fama per la mia giovane età, ma mi ero reso conto che quella fama non mi serviva a niente. Non riuscivo a capire dove mi avrebbe portato. Proprio durante queste riflessioni ho conosciuto Valentino Garavani e dopo avermi testato, ho iniziato a lavorare con lui. Anche allora era un vero perfezionista. Quel perfezionismo esasperato mi è servito talmente tanto nella vita. È grazie a quello che ho capito che bisogna essere capaci e competenti, che occorre capire le cose fino in fondo, che occorre porre l’attenzione verso i minimi dettagli. È da lì che è scattata una valvola nella mia vita che ha reso tutto chiaro. Da lì è nata la mia azienda.”

È proprio all’inizio del suo percorso come imprenditore che, insieme alla moglie Angela Locatelli, si è dedicato alla produzione di accessori e bijoux di varie tipologie di materiali plastici e metallici. “Ero andato a tornire degli ovali per delle collane e per errore non tagliai l’ovale in maniera perfetta. Ne conseguì un ovale che era deformato, in un’estremità più grande, dall’altra più piccolo.” Come ogni genio creativo, Gianni in quell’errore intravide qualcosa che sarebbe diventata una futura creazione, ma non poteva immaginare che sarebbe diventata la prima sorpresa bijoux di un celebre uovo pasquale. “Che bello! Dissi agli altri – che bello? Questo è uno scarto. No non è uno scarto, avete un trapano? Mi guardarono tutti stupiti. Feci due buchi per gli occhi, due per le orecchie e uno dietro per la coda. Realizzai una spilla topino. Il caso volle che questo topino finì nelle mani della responsabile acquisti delle sorprese pasquali delle uova di cioccolata della Perugina e se ne innamorò. Era qualcosa di completamente diverso. Mi chiesero i campioni del topino e l’indomani la Perugina ne ordinò 50.000 pezzi.” Mentre Gianni racconta questa storia, gli chiedo come fece a far fronte a quell’enorme richiesta, l’azienda era agli inizi e c’erano solo lui e la moglie Angela. “Non ero pronto.” Sorride commosso ricordando quel momento “Angela ed io ci siamo messi a lavorare giorno e notte. L’anno successivo la stessa Perugina mi chiese di realizzare il topino in visone. Questa volta la richiesta dei pezzi era notevolmente superiore alla prima. Abbiamo iniziato a coinvolgere sempre più nuove maestranze. Sempre in quell’inizio, collaborai con i fratelli Pagot, realizzando il portachiavi di Calimero.” – Il celebre pulcino trasmesso nella trasmissione “Carosello” e distribuito nei fustini di detersivo. – “Da lì mi sono sentito forte, vedevo che le mie idee piacevano e mi sono trovato a costruire la mia azienda”.

A partire dagli anni 70’ i bijoux De Liguoro sono nei più importanti redazionali Italiani. Gianni De Liguoro, inaugura “Voi da Noi”, uno showroom milanese pensato per invitare i clienti, grossisti e negozianti a scegliere autonomamente i bijoux, raccogliendoli all’interno di cestelli. Un’idea del tutto nuova per quegli anni e che riscosse subito un enorme successo. Negli anni 80’ Clara Centinaro nota i gioielli De Liguoro ed è a partire da quel momento che De Liguoro inizia a collaborare con alcuni dei marchi più celebri del Made in Italy tra i quali: Alberta Ferretti, Trussardi, Gai Mattiolo, Cavalli, Rocco Barocco, Renato Balestra e Fausto Sarli. Oltre a queste collaborazioni che lo portano ad essere riconosciuto come imprenditore di riferimento nel settore anche all’estero, Gianni De Liguoro produce la sua linea di bijoux ma anche di accessori gioiello come la celebre mono-bretella, elementi decorativi per orologi, scarpe ed occhiali.

La sua passione verso bijoux non-convenzionali lo porta dal 1984 al 1990 a creare le corone e i diademi per Miss Italia.

L’estro di Gianni non si è mai fermato. Oggi continua a creare bijoux e a riempire iconiche bottigliette di vetro antiche con perle e vetrini, ognuna diversa dall’altra.

Sono tanti i giovani che prendono parte alla diretta Instagram e che interagiscono con domande e commenti pieni di ammirazione ed entusiasmo. Gianni conclude l’intervista con i consigli per le nuove generazioni: “Non accontentatevi mai della vostra preparazione. Capite cosa significa il disegno ma anche la tecnica della realizzazione. Questa è la cosa che più mi è servita. Lo posso dimostrare con le lettere di Erté. Inoltre vorrei dire ai giovani che si deve amare e volere quello che si fa. Una volta realizzato un pezzo, occorre avere il coraggio di abbandonarlo e pensare subito all’altro, amandolo allo stesso modo.”

Oggi la storia di De Liguoro iniziata da Gianni ed Angela, continua attraverso le figlie Francesca ed Cristina che insieme, onorano e portano avanti la storia di famiglia.

La storia di un’azienda che a partire dagli anni 60’ ha creato i bijoux che hanno fatto divertire e sognare gli italiani.